Cima della Miniera – Di Sole e d’Azzurro

PILASTRO SUD-EST DELLA CIMA DELLA MINIERA (m. 2250) – parete Sud-Est

Emiliano Zorzi, Gianluca Barnabà, Mauro Florit, Umberto Iavazzo, luglio 2021.

Prima salita: Mauro Florit, Gianluca Barnabà, Emiliano Zorzi, Umberto Iavazzo, 14 agosto 2021.

280 m + 100 m di trasferimento • 7a (6b) • S1 • 5 ore • sufficiente corda da 70 m e 15 rinvii.

Scalata sportiva molto bella e varia in suggestivo ambiente solare e solitario. Ha come direttiva nella parte alta una lunga fessura-diedro arcuata che incide nel mezzo il grande scudo di placche, mentre in basso si svolge sul dorso di un pilastro arrotondato. Una terrazza erbosa permette un comodo collegamento fra la prima parte della via, dalle difficoltà moderate, e la seconda, decisamente più sostenuta, che termina dove il terreno si appoggia su difficoltà “classiche”.

Accesso: dalla Val Sesis (parcheggio sulla destra poco dopo il km 7), si segue la stradina per la Casera di Casa Vecchia. Dopo essere passati sopra la malga si scende fino al terzo tornante (q. 1645) dove si imbocca a sinistra il sentierino con indicazioni Miniera Avanza. Lo si segue lungamente (segnalato CAI ma non numerato; alberi caduti nell’inverno 2021 ma sentiero liberato dai rami e ben percorribile ugualmente) con leggeri saliscendi nel bosco fino alle costruzioni del Villaggio Minerario (ex C.ra Avanza di là di sopra), 1693 m. 50 min.
Qui, non seguire la strada che esce dal piazzale verso est passando davanti alla costruzione principale (in questo tratto l’attuale cartografia escursionistica riporta vari errori). Si imbocca invece verso nord l’ex carrareccia di servizio della miniera (inerbita e poco distinguibile nei primissimi metri) che inizia fra la costruzione principale e quelle più piccole. In 15 min. di salita si giunge allo spiazzo antistante alla galleria della miniera (1780 m; ingresso del tunnel chiuso da inferriata; poco visibile a causa degli alberi caduti).
Si gira a destra stando in quota (nessuna indicazione; visibili due segni rossi) per sentierino. Dopo ca. 100 m finalmente ricominciano i segnavia CAI (sarebbe il sent. 177). Dopo una breve discesa il sentiero attraversa in quota un ripido pendio di erba in piena vista della parete della parete sud della Cima della Miniera (attenzione ai segnavia con erba alta). Si continua in leggera salita fra bosco e radure fino ad entrare nell’ampio ed idilliaco vallone compreso fra la Cima della Miniera e il Navastolt in corrispondenza di una spianata con grande masso (q. 1828; poco sotto, tabella divelta indicante “Sent. 177 variante”; 20 min. dalla miniera). Si risale il vallone seguendo i bolli sbiaditi (traccia quasi assente) prima per erba, poi più ripidamente per ghiaie. A metà altezza del vallone (q. 1975 ca.) si abbandonano i segnavia per portarsi in breve sulla sinistra allo sbocco del grande canale che incide la parete sud-est della Cima della Miniera dove si rinviene un cordone su 2 tasselli alla base della parete – possibilità di lasciare gli zaini; fine della discesa a doppie). L’attacco si trova 50 m più in alto dove la parete verticale si appoggia leggermente. Spit visibili. Ore 1.40 dal parcheggio.

Salita:

  1. Dopo un primo passo atletico si obliqua a sinistra per placca articolata (25 m; 5c).
  2. Si continua in verticale per placca con alcuni passaggi più tecnici (20 m; 6a+).
  3. Con breve passo liscio si entra a sinistra in un diedro obliquo che si risale interamente, all’inizio facilmente poi con un tratto più tecnico (25 m; 5c, p. 6a).
  4. Si scavalca verso destra uno spigoletto e per lastre con erba passando a destra di un piccolo larice si raggiunge un terrazzino erboso (25 m; 4b).
  5. Si affronta il pilastro a destra della sosta, all’inizio su placchetta scura a cui segue una breve fessura strapiombante dall’uscita atletica. Si continua su bella placca, prima appoggiata e poi più ripida ma articolata (35 m; 6b).
  6. Si sale per pochi metri su erba per poi spostarsi a sinistra su placchetta. Si sale per erba ripida e roccette raggiungendo l’inizio di una grande terrazza erbosa in corrispondenza di un giovane larice. Verso sinistra si raggiunge una sosta sotto le successive placche (50 m; II, poi elem.).
  7. Si scende per la ripida rampa erbosa (corda fissa) fino sotto una placca più scura sovrastata da un lungo tetto (35 m; I; libro di via).
  8. Si va alla base della placca che si affronta prima in diagonale ed infine traversando verso sinistra sotto il lungo tetto. (25 m; 6a).
  9. Si scala una bella placchetta lavorata e poi rocce più facili giungendo alla base della grande placconata e della lunga fessura-diedro (15 m; 5c, poi III).
  10. La placca soprastante si affronta prima sulla sinistra (ottime prese); si traversa poi a destra, con difficile passo d’aderenza, nel diedro slavato e lo si sale per alcuni metri. Si esce quindi a destra sulla parete verticale su piccole tacche, giungendo in sosta sotto uno strapiombo (20 m; 6c+).
  11. Traversando a sinistra sotto lo strapiombo si rientra nel diedro obliquo, la cui faccia sinistra è molto liscia. Si scala con difficili movimenti di forza ed aderenza allo stesso tempo. Dove si raddrizza le difficoltà calano fino ad un piccolo terrazzino (25 m; 7a).
  12. Si supera il breve canalino soprastante e quindi la placca alla sua destra fino alla base del netto diedro finale (15 m; 5c).
  13. Si scala interamente il bellissimo diedro fino ad un comodo terrazzino (20 m; 6c).
  14. Dopo un breve muretto si prosegue per terreno appoggiato più rotto fino al cocuzzolo rossastro che segna la fine del pilastro sud-est (25 m; 5a, p. 5c).

Discesa: a doppie sulla via fino alla sosta 7 (in questo tratto, dalla sosta 12 ci si cala direttamente con 35 m alla sosta 10). Dalla sosta 7 si scende direttamente alla base della parete: doppia da 30 m per erba ripida e poi per canalino (bollo rosso); sosta sotto una parete aggettante in posizione riparata. Breve doppia da 10 m per il canalino seguente; sosta spostata su un terrazzino sulla dx (bollo rosso). Doppia da 30 m su placche verticali fino a una terrazza erbosa; sosta seguente spostata in alto a sinistra (faccia a valle). Doppia da 20 m in obliquo a sinistra per un diedrino fino a un sottostante canalino erboso. Una corda fissa (bollo rosso) agevola l’uscita dal lato opposto del canale per raggiungere una sosta sul ciglio della parete verticale sottostante. Due doppie in verticale (30+15 m) depositano alla base della parete. Con due mezze corde varie doppie unificabili. Ore 1.30.

Immagini scaricabili in HD ai seguenti link:
foto generale
foto parte bassa
foto parte alta
schizzo della via

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