Monte Robon – Never Surrender

MONTE ROBON (1980 m) – parete Ovest

Emiliano Zorzi, agosto e settembre 2019 (terminata il 10 settembre 2019)
Prima scalata in libera: Paolo Spaliviero, 8 luglio 2020.

360 m • 7a+, p. 7b (6b) • 6h • S1 • roccia ottima

Segue la tortuosa teoria di linee logiche e più “accessibili” nel settore dx della parete (primi 9 tiri, denominati Never surrender) per poi inserirsi, con un traverso di raccordo, sulla parete alta (tiri 10-15, parte della via denominata Never again) che viene affrontata per la continua e serpeggiante teoria di fessure e spaccature che conducono sotto il tetto finale. Per un breve diedro obliquo e svasato si è aggira l’ostacolo sulla dx uscendo in cima alla parete, unica fra le vie della montagna che permette di salire la parete dalla base alla vetta. Rispetto alle contigue grandi realizzazioni di Sterni, Svab, Polo e Gorobey, che sono itinerari di altissimo livello tecnico e psicologico, le difficoltà ben più abbordabili, l’obbligatorio decisamente più basso e la spittatura ravvicinata aprono la percorrenza di questa splendida parete anche a scalatori meno agguerriti, tanto che la via conta numerose ripetizioni.
Scalata che alterna tratti tecnici su placche ad altri atletici e faticosi in ampie fessure. Via aperta in solitaria tranne sui tiri 4 e 10 (con Gianluca Barnabà).

Accesso: ca. 300 m oltre i fabbricati di Sella Nevea, in direzione Tarvisio, si imbocca sulla dx una strada forestale (ampio spazio per parcheggio) dalla quale dopo poco si stacca a dx un sentiero (segn. 637, tabelle per Bivacco Modonutti), che, dopo una prima rampa a ripidi tornanti, taglia molto lungamente con pendenza moderata il boscoso e ripido versante N del Poviz e del Lopic in direzione SE (alla fine, sulla dx si vede la compatta parete della falesia Cul del Poviz) e sale poi fino alla conca sotto la parete, dove il sentiero rasenta la base delle rocce della compatta parete inferiore. Proseguire per esso ancora ca. 50 m finché si può uscire sulla sx fra massi e poi erba alta per portarsi in breve alla base di una evidente placca con profonde rigole. Attacco in centro alla placca, sul limite sx delle rigole. Nome in vernice alla base. 1h30 da Sella Nevea.

Salita: riferirsi allo schizzo e alle foto.

Discesa: dall’ultima sosta si seguono i bolli rossi che guidano in piano verso Sud sull’accidentato terreno carsico della sommità del Robon fino a raggiungere in 10 min. il sentierino (segnalato da frequenti ometti) che permette di scendere al non lontano Bivacco Modonutti-Savoia (20 min. dall’uscita della via). Da questo, per il sent. 637, si rienrtra all’attacco (20 min. dal bivacco) e poi a Sella Nevea (1h15) per il percorso di accesso.

Possibile anche la discesa a corde doppie. Una volta giunti nel grande ripiano erboso con larice e caverna, dove si trova la sosta 9, una serie di quattro calate da 30 m (utili anche se si decide di interrompere la scalata), sotto il Pilastro Marisa permettono di raggiungere la base dello zoccolo del Pilastro Marisa, da dove in breve (3 min.) seguendo i bolli rossi fra erba e fenditure di roccia si raggiunge il sentiero 637 10 min. più in alto dell’attacco.

Vedi anche l’articolo sull’apertura della via pubblicato sul blog dei Rampegoni e su PlanetMountain.

Immagini scaricabili in HD ai seguenti link:
foto generale
foto particolare
schizzo della via

video fotografico della via Never Surrender

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